Emozioni: la vergogna nella vita quotidiana

Le emozioni ci toccano in ogni istante della nostra vita. È difficile costruire una frase o guardare una persona senza provare una qualche emozione.

D’altra parte le emozioni “capitano” per un motivo specifico e prima di gestirle dobbiamo imparare a dare loro ascolto. È vero anche, che nella vita quotidiana ci sono emozioni così potenti che rischiano di farci sentire terribilmente impotenti, ci spiazzano e molte volte ci spaventano, ci fanno sentire come se la terra sotto di noi stesse per crollare. Così ci ritroviamo lì, da soli, a dover fronteggiare una situazione per la quale non ci sentiamo ancora pronti.

Tra queste emozioni possiamo sicuramente individuare la vergogna, emozione spesso ignorata, negata o repressa. Provare vergogna è forse una delle esperienze più spiacevoli e dolorose che ognuno di noi possa fare. È una ferita alla propria reputazione, alla fiducia in noi stessi ed è soprattutto una condizione in cui ci sentiamo impotenti e senza possibilità di fuga. Di fronte a tutto ciò possiamo sentirci profondamente giudicati e diversi da come vorremmo apparire allo sguardo dell’altro.

Imparare a riconoscere e ad accettare queste emozioni può rivelarsi una risorsa fondamentale nella vita di ognuno di noi. Da una parte dobbiamo riconoscere che quando proviamo vergogna ci sentiamo terribilmente soli, in qualche modo è come se fossimo certi che nessun’altro possa capire e comprendere  quello che stiamo provando.

D’altra parte non è certo facile ammettere la vergogna e spesso si va ad attivare un circolo vizioso tra vergogna e paura della vergogna. In altre parole un eccesso di vergogna può sfociare nella decisione più o meno consapevole di non rischiare mai più di esporsi: il nostro vero sé finisce in soffitta.

La gamma delle possibili cause di vergogna è pressoché infinita. Al contrario, le modalità con cui reagiamo a questo sentimento sono più limitate, e ciò dipende dal fatto che la vergogna può essere espressamente vissuta oppure aggirata.

Nel primo caso possiamo sviluppare qualche strategia per farvi fronte: dimenticare, riderci sopra o parlarne con qualcuno sono solo alcuni esempi.

Quando la aggiriamo, invece, l’esperienza iniziale della vergogna è repressa e l’attenzione si sposta su qualcos’altro: invece della vergogna proviamo ad esempio rabbia o tristezza. E fra i problemi legati a questo secondo tipo di esperienza c’è l’incapacità di prevenire la ricomparsa della vergogna, dato che, non riconoscendola per ciò che è, non né vediamo le cause e non impariamo a leggerla nel comportamento degli altri. Pur non vedendola, quell’emozione continua ad esistere e condiziona inevitabilmente il nostro comportamento e la qualità delle nostre relazioni con gli altri.

Condividere la nostra esperienza con una persona dalla quale ci aspettiamo comprensione e vicinanza costituisce una risorsa fondamentale per non restare soffocati e schiacciati dal peso delle nostre emozioni.

In definitiva, solo la prospettiva della comprensione e dell’accettazione può consentire di lasciar emergere le parti più nascoste di noi stessi e di scoprire che in fondo c’è sempre qualcuno pronto ad accettarci nella nostra unicità.

Bibliografia

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